Circonvenzione d’incapace: processo per manipolazione e furto di denaro
Un processo è in corso a Varese per l’accusa di circonvenzione d’incapace nei confronti di un 50enne della Valceresio. L’uomo è stato manipolato da un collega di lavoro e da una sua amica, che gli hanno convinto a prelevare soldi e inviarli a una carta Postepay. Nel corso del tempo, sono state effettuate oltre cento ricariche, per un totale di 40mila euro spariti dal conto.
Durante l’udienza, un consulente incaricato dalla procura ha descritto il 50enne come un soggetto borderline, con un quoziente intellettivo basso e in condizioni di fragilità emotiva e comportamentale. La madre della vittima è stata chiamata a testimoniare, affermando che suo figlio considerava i due colleghi di lavoro dei veri amici e che si sentiva come un bancomat per loro.
La madre del 50enne si è insospettita per i ripetuti prelievi del figlio, per i numerosi pieni di benzina e per le sue uscite all’alba, prima dell’orario di inizio turno. Ha raccontato che suo figlio le dava scarse spiegazioni o inventava scuse, dicendo che trascorreva i suoi weekend con prostitute in Svizzera, cosa che ha poi negato. Secondo la madre, la verità è che suo figlio era minacciato dai colleghi e aveva paura. Veniva sottoposto a lavaggio del cervello e gli era stato detto che, se avesse parlato, sarebbe stato fatto a pezzi. Di notte aveva degli incubi.
La situazione è diventata insostenibile per la madre del 50enne, che ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri. In seguito, si è recata in banca dove il direttore le ha mostrato le foto che ritraevano suo figlio allo sportello per i prelievi. È rimasta scioccata nel vedere che era proprio suo figlio a effettuare i prelievi e a dare i soldi ai colleghi.
Oggi, il 50enne ha un amministratore di sostegno e non ha più accesso diretto al bancomat che è stato causa di tante sofferenze, sia per lui che per la sua famiglia. Durante il prossimo processo, previsto per l’estate, avrà l’opportunità di fornire la sua versione dei fatti.