Aumento preoccupante del numero di incidenti in montagna nel 2023

Nel corso dell’ultimo anno si è registrato un preoccupante aumento del numero di morti in montagna rispetto al 2022. Nel 2023, infatti, sono state ben 21 le vittime sulle montagne bresciane.

Analizzando i dati in modo più dettagliato, si può osservare che nel corso del 2023 la V Delegazione Bresciana del Cnsas (Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico) ha effettuato 261 interventi, con 21 persone decedute. Questi dati mostrano un sensibile aumento rispetto all’anno precedente, soprattutto per quanto riguarda il numero di vittime (nel 2022 gli interventi sono stati 229, con 6 vittime) e rispetto agli anni precedenti (215 nel 2021, con 12 deceduti, e 224 nel 2020, con 16 morti). Complessivamente, i tecnici del Cnsas hanno messo a disposizione 5401 ore, di cui 270 svolte da medici e infermieri, mentre i soccorritori sono stati attivati 1117 volte.

Per quanto riguarda le cause degli incidenti, le principali riguardano la caduta (112 casi, ovvero il 43,9% del totale), la scivolata (26 casi, 10,2%) e interventi dovuti a malore (23 casi, 9,0%). È significativo il dato relativo alle 20 persone soccorse per perdita dell’orientamento, alle 17 persone soccorse per incapacità, alle 5 persone soccorse per ritardo e alla persona soccorsa per sfinimento. Queste sono tutte situazioni che potrebbero essere in gran parte prevenute con un approccio più attento all’andare in montagna. Tra le altre cause principali degli incidenti si contano 8 persone precipitate e 7 persone soccorse a causa di caduta di sassi. Per quanto riguarda le attività coinvolte, l’escursionismo è quella che registra il maggior numero di persone soccorse (108 casi, pari al 6,3% del totale), seguita dalla mountain-bike (20 casi, 1,2% del totale), auto-moto (11 casi), lavoro (10 casi), alpinismo (9 casi), residenza in alpeggi (9 casi), ferrate (8 casi), raccolta di funghi (6 casi), sci alpinismo (6 casi), caccia (4 casi), arrampicata sportiva e turismo (2 casi), seguite da altre attività con numeri inferiori.

Secondo Pierangelo Mazzucchelli, capo della V delegazione bresciana del soccorso alpino, la prudenza deve essere sempre al primo posto. Le condizioni meteorologiche e l’elevato cambiamento termico tra notte e giorno possono portare a un repentino cambiamento del manto nevoso. Il consiglio è quindi di rinunciare alla gita o di cambiare percorso in caso di presenza di ghiaccio sul sentiero. È importante capire che la montagna è in continua evoluzione e che un percorso che può essere fatto in estate potrebbe non essere sicuro in inverno.

Inoltre, l’attenzione non è mai troppa. Bisogna valutare attentamente il percorso e non è sufficiente acquistare un paio di ramponi, perché se il ghiaccio diventa duro, può essere difficile scalfirlo anche con un ramponcino. Come in ogni situazione, può capitare una fatalità. Spesso si tratta di persone esperte, ma purtroppo un incidente può capitare anche a persone esperte. Bisogna considerare la fatalità. Anche quando si guida un’automobile, tutti si considerano bravi, ma quando si verifica un incidente, vuol dire che qualcosa è andato storto.

È fondamentale quindi prestare sempre attenzione, essere prudenti e prepararsi adeguatamente prima di affrontare un’escursione in montagna. La montagna può essere affascinante e meravigliosa, ma è anche un ambiente selvaggio che va rispettato e affrontato con la massima cautela. Solo così si potranno evitare tragedie e godere appieno di questa esperienza unica.

Articolo precedenteGrave incidente a Rovello Porro: indagini in corso sulla dinamica dell’evento
Articolo successivoLa straordinaria vicenda della donna arrogante di Roé Volciano

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui