Sabato 10 Febbraio si è commemorato l’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, l’ultimo Questore di Fiume. Quest’uomo straordinario è arrivato alla Regia Questura di Fiume nel 1937, assumendo il ruolo di dirigente dell’Ufficio Stranieri. Durante la seconda guerra mondiale, nel 1941, quando l’Italia e la Germania attaccarono la Jugoslavia, una moltitudine di ebrei, perseguitati dai nazisti, cercò disperatamente rifugio nella zona di Fiume. Questo luogo divenne così un crocevia di immigrazione per un’umanità privata di tutto.
Quando nel settembre del 1944 Giovanni Palatucci divenne Questore reggente di Fiume, si impegnò a nascondere e salvare il maggior numero possibile di vite umane. Utilizzò più di un inganno per eludere la cattura dei perseguitati, dimostrando un forte senso di umanità e compassione cristiana. Purtroppo, venne accusato di cospirazione e arrestato dalla polizia segreta tedesca. Fu condannato a morte, ma la sua pena venne poi commutata nella deportazione a Dachau.
Giovanni Palatucci morì il 10 febbraio 1945, a poche settimane dalla liberazione, dopo aver subito circa quattro mesi di privazioni e torture. Il suo corpo fu gettato in una fossa comune insieme a centinaia di ebrei e antifascisti. La cerimonia commemorativa si è svolta a Como, in Largo Mafalda di Savoia, nei giardini del Tempio Voltiano, alla presenza delle autorità civili e militari della provincia e di una rappresentanza.
La figura di Giovanni Palatucci rappresenta un esempio di coraggio, umanità e dedizione. Il suo sacrificio per salvare la vita di molte persone perseguitate dalla follia nazista rimarrà per sempre nella memoria collettiva. È importante ricordare e onorare coloro che hanno lottato per la giustizia e la libertà, poiché la loro eredità ci spinge a combattere l’odio e a promuovere la tolleranza e l’uguaglianza.