Il 7 marzo 2024 si è conclusa l’udienza preliminare relativa alla rivolta avvenuta nel marzo 2020 presso il carcere di Pavia, che ha portato al rinvio a giudizio di 68 imputati per devastazione e saccheggio. Il Giudice per le Udienze Preliminari, dottor Guglielmo Leo, ha respinto le richieste di riqualificazione avanzate dalle difese degli imputati, confermando la gravità dei fatti contestati.

Inoltre, tre persone che avevano chiesto il giudizio abbreviato hanno ricevuto una condanna, con pene che vanno da 7 anni e 6 mesi a 3 anni e 10 mesi. Altri cinque imputati sono stati assolti per posizioni minori.

La rivolta nel carcere di Pavia ha causato danni stimati intorno ai 500mila euro, mettendo a dura prova la struttura penitenziaria. La protesta dei detenuti, che aveva come causa le restrizioni dovute alla pandemia di Coronavirus, ha portato a episodi di violenza e distruzione, con detenuti che hanno preso in ostaggio agenti penitenziari e causato incendi e danneggiamenti alle celle.

La situazione di tensione si è estesa anche ad altri istituti penitenziari, come il carcere di Opera e Modena, dove si sono verificati episodi di disordini e violenza. La rivolta nel carcere di Pavia, con le sue conseguenze gravi e i danni ingenti, rappresenta un episodio di estrema gravità che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per ripristinare l’ordine e la sicurezza all’interno della struttura penitenziaria.

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