Il ricordo di Jordan Tinti, il trapper scomparso tragicamente in carcere, continua a vivere nella sua Bernareggio e nei luoghi che hanno segnato la sua gioventù. Gli amici hanno voluto onorare la sua memoria con striscioni, murales e scritte che sono apparsi in diversi punti del paese e della Brianza.

Le scritte e gli striscioni che recitano “Jordan vive” o “Jordan leggenda” sono stati affissi al parchetto di via Kennedy, lungo la pista ciclabile di via Risorgimento e persino sul cavalcavia della Strada provinciale in direzione di Usmate Velate. In questo modo, si vuole tenere viva la memoria di un giovane che ha lasciato il segno, suscitando emozioni contrastanti.

Recentemente è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Jordan su richiesta della famiglia e dell’avvocato Federico Edoardo Pisani. Non sono state ancora trovate evidenze significative sulle cause del decesso e sarà necessario attendere almeno due mesi per avere risposte più concrete.

Gli amici di Jordan hanno anche lanciato una raccolta fondi per sostenere la famiglia nelle spese legali, funerarie e commemorative, oltre che per aiutare le associazioni che si occupano dei diritti dei detenuti. L’obiettivo è ottenere giustizia e far sì che la morte di Jordan non sia stata vana, ma possa sensibilizzare sulla situazione dei detenuti.

Al momento non è stata ancora fissata una data per i funerali, ma si ipotizza che potrebbero svolgersi direttamente nel cimitero di Bernareggio. In attesa di ulteriori sviluppi, la comunità si stringe attorno alla famiglia di Jordan per rendere omaggio alla sua memoria e per dare voce alla sua storia.

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