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Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 aprile, il monumento alle vittime delle Foibe a Gemonio è stato oggetto di un brutale atto di vandalismo. L’opera, realizzata con materiali provenienti dalla zona carsica da uno scultore veneto, è stata danneggiata con colpi di piccone.

Questo gesto non rappresenta solo un attacco al monumento, ma anche un’offesa alla memoria delle vittime delle Foibe e alle loro famiglie. È un segno di mancanza di rispetto verso uno dei valori fondamentali della nostra Repubblica: la memoria condivisa.

Le reazioni di condanna non si sono fatte attendere. Politici di diversi schieramenti, come il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Pellicini, hanno definito l’atto come ignobile e sintomatico di un clima di odio diffuso. Anche le associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati hanno espresso la loro indignazione e chiesto che i responsabili vengano puniti.

Oltre alla condanna, è fondamentale che il monumento venga riparato o ricostruito al più presto. Questo non solo per rispetto delle vittime, ma anche per educare le generazioni future sull’importanza di non dimenticare le atrocità del passato e di combattere l’odio e la violenza in tutte le sue forme.

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