Giorgio Monticelli è deceduto venerdì scorso nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Sondrio, all’età di novant’anni. Originario di Verona, è stato trovato in condizioni gravissime insieme alla moglie, Anna Maria Squarza, già deceduta da diverse settimane, nel loro appartamento ad Aprica. La coppia si era trasferita lì con il figlio durante il periodo del Covid.

Monticelli era in uno stato di denutrizione estrema e ha dovuto subire l’amputazione di una gamba a causa delle sue condizioni di salute. Il figlio, Antonio Monticelli, di 60 anni e senza lavoro, è attualmente indagato in stato di libertà per l’ipotesi di abbandono d’incapace, aggravato dal vincolo familiare. Nonostante a Verona si spacciasse per un docente universitario, era dipendente dalle pensioni dei genitori.

Attualmente, Antonio Monticelli è ricoverato nel reparto di Psichiatria, dove ha ricevuto la visita del suo avvocato Manuela Mauro. I magistrati hanno ordinato una perizia psichiatrica su di lui per comprendere meglio la sua situazione mentale.

La vicenda di Giorgio Monticelli e della sua famiglia ha destato grande commozione e ha sollevato interrogativi sulla responsabilità dei familiari nel garantire il benessere e la sicurezza degli anziani. Sono in corso indagini per far luce su quanto accaduto e per assicurare che situazioni simili possano essere evitate in futuro.

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