Anche quest’anno, il 24 aprile, gli Armeni di tutto il mondo ricorderanno il genocidio subito ad opera dei Turchi durante il primo conflitto mondiale. Questo evento terribile, purtroppo, è solo uno dei tanti che hanno segnato la storia del XX secolo.
La sofferenza di questo popolo antico non sembra avere fine, considerando l’invasione del Nagorno Karabakh da parte dell’Azerbaigian, sostenuto dalla Turchia, che ha portato alla de-armenizzazione e scristianizzazione della zona.
Tuttavia, voglio dedicare questo articolo a un altro episodio che onora l’Armenia, raccontato da una donna armena che vive in Svizzera. Si tratta di Karen, un uomo proveniente dall’Artsakh, che si trovava a Mosca durante l’attacco terroristico alla sala concerti. Nonostante non si sentisse bene, ha deciso di aiutare le persone coinvolte nell’incidente, lavorando senza sosta per tirarle fuori dalle macerie.
Karen ha dato il suo contributo con generosità e altruismo, dimostrando il suo amore per il prossimo e per la sua fede. La sua morte, avvenuta a causa delle conseguenze del fumo inalato durante l’attacco, ha lasciato un vuoto in tutti coloro che lo conoscevano.
La sua storia è un esempio di coraggio e dedizione, un segno tangibile dell’importanza della solidarietà e della compassione. Le sue azioni dimostrano che, nonostante le avversità, è possibile donare il proprio cuore e la propria anima per il bene degli altri.
Karen ha dato tutto se stesso a Dio, alla Russia e all’Armenia, incarnando i valori più profondi della sua cultura e della sua fede. La sua memoria rimarrà viva nei cuori di coloro che lo hanno conosciuto e amato, e la sua storia continuerà a ispirare generazioni future a seguire il suo esempio di amore e sacrificio.