La custodia cautelare in carcere, comunemente chiamata “arresto”, è stata richiesta un anno fa dal pubblico ministero per un caso di stalking. Solo recentemente, il giudice di Varese Luciano Luccarelli ha emesso l’ordinanza per l’arresto. Questa decisione è stata presa dopo che Marco Manfrinati ha violato il divieto di avvicinamento imposto dal giudice nel giugno 2023, attaccando con un coltello la sua ex moglie Lavinia Limido e uccidendo l’ex suocero Fabio Limido che ha cercato di difendere la ragazza.

Il presidente del tribunale di Varese, il giudice Cesare Tacconi, ha sottolineato che il sistema giudiziario italiano prevede l’uso graduale delle misure cautelari, con la custodia in carcere come ultima risorsa quando le altre misure non sono sufficienti. La mancanza di risorse economiche per l’applicazione del braccialetto elettronico è stata denunciata da amici e familiari delle vittime, che hanno lamentato la mancanza di protezione per le vittime di reati violenti.

Ora, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dai magistrati di Varese, considerando l’urgenza di prevenire la recidiva del reato e il pericolo che si è manifestato in modo tragico nel caso di Marco Manfrinati. La misura del divieto di avvicinamento si è dimostrata inefficace nel proteggere le vittime, quindi l’unica soluzione è stata la detenzione in carcere.

In conclusione, Marco Manfrinati si trova attualmente in carcere in attesa di processo per i suoi crimini. Questo caso ha sollevato dubbi sul sistema giudiziario e sulle misure di protezione per le vittime di reati violenti. Speriamo che situazioni simili possano essere prevenute in futuro con un sistema più efficace e risorse adeguate per garantire la sicurezza di tutti i cittadini.

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