Il Monte Barro non è solo dei Goti: sabato, alle 11, in Villa Bertarelli, verrà presentato un nuovo libro che svelerà il perché. Si tratta di un’opera che racconta i ritrovamenti archeologici avvenuti a Monte Castelletto, sopra Pescate, e riporta i testi del vicepresidente del Parco, Federico Bonifacio, sulle quattro campagne di scavi dal 2011 al 2019, con i contributi di studiosi come Lanfredo Castelletti, Marco Tremari, Marco Vignola e Gianmarco Cossandi.
Bonifacio sottolinea che questo sito archeologico apre nuove prospettive sulla storia del territorio. Monte Castelletto è stato scoperto nel 2007 durante una campagna di ricognizioni all’interno del Parco. Le strutture che si vedono oggi erano completamente sepolte. Al convegno di sabato interverranno per la Soprintendenza Sara Matilde Masseroli e Alice Maria Sbriglio. Il libro è la prima opera di divulgazione su Monte Castelletto, indagato con metodologie di ultima generazione, con il sostegno del Parco e sotto la direzione scientifica della Soprintendenza stessa.
Le indagini su Monte Castelletto suggeriscono che anche in età longobarda si sia conservato il sistema difensivo, modificato in base a nuove esigenze, poi abbandonato alla fine del XV secolo. Per la Soprintendenza, Monte Castelletto è un punto di partenza per future ricerche sul Monte Barro e nel territorio a nord di Milano. A Galbiate, lo scavo si è concentrato sulle fasi di occupazione Basso Medievale, rivelando reperti riferibili alla vita quotidiana e militare tra il Duecento e il Quattrocento.
Uno dei manufatti più interessanti è un disco metallico identificato come uno scudo utilizzato come ausilio nella scherma. Una selezione dei reperti è esposta nel Museo Archeologico del Barro, in località Eremo di Galbiate. In conclusione, Monte Castelletto rappresenta una scoperta importante che apre nuove prospettive sulla storia del territorio e invita a ulteriori ricerche nel vasto areale a nord di Milano.