Il Gip del Tribunale di Busto Arsizio Anna Giorgetti ha finalmente emesso la sua decisione sul caso delle mascherine che coinvolge l’ex presidente della Camera Irene Pivetti e altri soggetti. L’accusa è di frode in forniture pubbliche, bancarotta, appropriazione indebita, riciclaggio e auto-riciclaggio legati ad una compravendita di mascherine dalla Cina del valore di 35 milioni di euro. Il processo rimarrà a Busto Arsizio, nonostante le difese avessero sollevato l’eccezione di incompetenza territoriale.

L’udienza preliminare è già stata fissata per il 10 e il 14 giugno, dopo che il giudice ha respinto le argomentazioni delle difese e accolto le richieste del pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Ciro Caramore. La Procura di Busto aveva inizialmente chiesto l’arresto di Irene Pivetti, ma il Gip aveva dichiarato la sua incompetenza e destinato il processo a Roma. Tuttavia, il Riesame ha poi deciso che il processo dovrebbe restare a Busto, dove il reato è stato presunto commesso.

Oggi, finalmente, il nodo è stato sciolto e il processo rimarrà a Busto. Irene Pivetti, che non era presente in aula, si è sempre dichiarata innocente, sostenendo di essere vittima di un complotto. La prossima udienza sarà quindi cruciale per fare luce su questa intricata vicenda.

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