La raffineria Tamoil non dovrà pagare 67.000 euro di risarcimento alla canottieri Flora, come stabilito dalla Corte d’appello di Brescia. La sentenza ribalta quella del tribunale di Cremona che aveva ordinato il risarcimento per le spese sostenute dalla Flora per l’utilizzo dell’acqua pubblica tra il 2007 e il 2009. Tuttavia, per utilizzare l’acqua pubblica è necessaria una concessione che la società cremonese non è riuscita a produrre, quindi il risarcimento è stato negato.

Il caso è nato quando furono rilevati casi di inquinamento da idrocarburi legati alla raffineria Tamoil, che avevano contaminato la piscina della Flora. Il sindaco aveva emesso un’ordinanza che vietava l’utilizzo dei pozzi della società, costringendola ad utilizzare l’acquedotto pubblico con costi più alti.

Dopo la causa intentata contro Tamoil, il tribunale di Cremona aveva dato ragione alla società, ma ora la Corte d’appello ha ribaltato la decisione. È emerso che per utilizzare le acque pubbliche è necessario un provvedimento concessorio rilasciato dall’autorità competente.

Ora sarà l’avvocato Fabio Galli a decidere se ricorrere in Cassazione o accettare la decisione della Corte d’appello.

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