Il problema dell’ordine pubblico nelle città come Gallarate, Busto Arsizio e Varese è sempre più evidente, con episodi di violenza e vandalismo che mettono a rischio la convivenza civile. Le cosiddette “baby gang”, formate da ragazzi indisciplinati e senza rispetto per nulla, sembrano essere il sintomo di un problema più profondo legato alle politiche sull’immigrazione e all’educazione familiare.

Le riunioni in prefettura per discutere su come arginare la movida estiva sono solo un primo passo, ma la sicurezza resta la parola chiave. Telecamere, pattuglie e controlli potranno garantire una certa tranquillità, ma il vero problema è culturale. Rispetto per il prossimo, per il patrimonio pubblico e privato, educazione e integrazione sono le vere sfide da affrontare.

Gli stranieri, spesso abbandonati a sé stessi in centri di accoglienza o ghetti, sono particolarmente vulnerabili e il rischio che si ritrovino coinvolti in atti criminali è elevato. È necessario intervenire con politiche sociali efficaci e non limitarsi alla mera repressione. Solo così si potrà sperare di risolvere il problema dell’ordine pubblico e della sicurezza nelle nostre città.

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