La tragica morte di una signora di 63 anni in un ristorante di Milano ha scosso l’opinione pubblica e sollevato importanti questioni riguardo alla sicurezza negli ambienti pubblici. La donna, mentre stava prendendo la sua giacca dall’appendiabiti situato vicino a una scala non protetta che portava alla cantina dei vini, ha perso l’equilibrio e è caduta nel vuoto, causandole gravi lesioni e portandola alla morte il giorno successivo.

Il ristoratore è stato accusato di non aver previsto e evitato l’incidente mortale, in quanto aveva collocato l’appendiabiti in una posizione pericolosa, vicino a una scala ripida e senza protezioni. Questo errore ha portato alla contestazione di omicidio colposo per il datore di lavoro, che ha patteggiato una pena di nove mesi e ha anticipato un risarcimento di 300.000 euro per i danni causati.

La famiglia della vittima ha avviato una causa civile contro il ristorante, contestando la decisione del giudice civile che ha attribuito alla signora una colpa del 40% nell’incidente. Nel frattempo, la Procura ha separato le responsabilità dei due soci del ristorante, archiviando le accuse per la cuoca e contestando l’omicidio colposo per il responsabile della sala.

Questa tragedia ha evidenziato l’importanza della sicurezza negli ambienti pubblici e ha portato a una maggiore attenzione da parte dei titolari di locali e ristoranti nel valutare e prevenire i rischi per la clientela. La morte della signora ha avuto conseguenze esistenziali, penali e civili, mettendo in luce la necessità di una maggiore responsabilità e attenzione da parte di chi gestisce tali attività.

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