I lavoratori della Prosus di Vescovato sono stati tutti assolti dall’accusa di violenza privata aggravata. Il giudice ha stabilito che il fatto non è previsto come reato dalla legge, e il pm onorario ha chiesto l’assoluzione. Nel maggio del 2019 i lavoratori erano in sciopero contro il sistema di appalti e cooperative all’interno dell’azienda, bloccando il lavoro per due giorni. Non ci sono state intimidazioni o minacce, solo una resistenza passiva secondo quanto emerso durante il processo.

I difensori degli imputati hanno sottolineato che si tratta di una questione sindacale da risolvere attraverso gli strumenti ordinari del diritto del lavoro. Durante la protesta, i lavoratori e i loro familiari hanno bloccato diversi accessi all’azienda, causando disagi al presidente Caffi che ha dovuto chiamare le forze dell’ordine. La situazione si è risolta con un accordo tra Prosus e il sindacato di base.

I lavoratori sono anche coinvolti in un altro processo per fatti avvenuti ad agosto 2019, quando hanno nuovamente impedito il transito dei mezzi carichi di carne. Anche in quel caso, l’obiettivo era ottenere migliori condizioni lavorative per tutti. La situazione dei lavoratori era critica a causa del sistema malato degli appalti, come ha testimoniato il delegato sindacale Usb logistica.

Il processo per i fatti di agosto riprenderà il 18 ottobre. In entrambi i casi, i lavoratori hanno agito per difendere i propri diritti e migliorare le proprie condizioni lavorative, senza ricorrere a violenze o minacce.È importante che le questioni sindacali vengano affrontate attraverso i canali legali e il dialogo tra le parti coinvolte.

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