Nel processo per stalking a Varese, Marta Criscuolo ha testimoniato oggi in tribunale contro Marco Manfrinati, l’uomo che un mese fa ha ucciso il marito della donna e sfregiato la figlia. Criscuolo ha raccontato la pressione che lei e la figlia hanno subito a causa dei controlli e delle privazioni imposte da Manfrinati. Ha anche ricordato le minacce di morte ricevute via sms e whatsapp, i passaggi sotto casa con clacson e gli insulti rivolti alla sua famiglia. La madre di Lavinia ha spiegato che la figlia è stata costretta a nascondersi fuori provincia e ad indossare una parrucca per sfuggire al suo ex marito. Il processo tornerà in aula ad ottobre, mentre Manfrinati non era presente oggi. La storia di Marta Criscuolo e della sua famiglia è un triste esempio di come il fenomeno dello stalking possa avere conseguenze drammatiche sulla vita delle vittime.

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