A Cantù, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno portato avanti un’operazione che ha portato all’arresto di 34 persone accusate di estorsione, reati fiscali e tributari e uso indebito di carte di pagamento. Le indagini, condotte dalla Procura della Repubblica di Como, hanno smascherato un intricato meccanismo che coinvolgeva numerose società cooperative, molte delle quali con sede proprio a Cantù. Grazie all’emissione di fatture false per operazioni inesistenti e all’utilizzo fraudolento di carte di credito intestate a terzi, gli indagati avrebbero ottenuto profitti illeciti per un totale di 13,3 milioni di euro.

Le attività illecite hanno causato danni significativi all’economia reale del territorio comasco, in particolare alle società cooperative coinvolte. Tra le cooperative coinvolte in queste pratiche fraudolente ci sono Como Service, Lavoro Pulizia e Facchinaggio, Consorzio Universo, Sistemi e Sirio. Le indagini hanno rivelato che diverse società con sede a Cantù, come Appianese, Il Sorriso, Fiordaliso e Biancofiore, hanno emesso fatture per operazioni inesistenti per un totale di circa 24 milioni di euro.

Il denaro proveniente da queste attività illecite finiva direttamente nei conti correnti degli indagati, grazie a versamenti, assegni e bonifici. La connessione con la criminalità organizzata, in particolare con le famiglie Molè/Piromalli, è uno degli aspetti più inquietanti dell’indagine. Il meccanismo fraudolento sarebbe stato supportato dai legami personali degli indagati con esponenti della criminalità organizzata calabrese e con individui del settore politico-amministrativo.

Il commercialista Massimiliano Ficarra, il funzionario di banca Cesare Pravisano e il commercialista comasco Bruno De Benedetto sono stati individuati come i principali artefici di questo meccanismo illecito. Attualmente, gli indagati sono più di 80.

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