Una vita avventurosa, alla ricerca di una propria strada autonoma in ogni occasione, che si trattasse di scalare una montagna, di accedere a un fiordo in Groenlandia o di combattere il fascismo: questa è la vita quasi da film di Leopoldo Gasparotto, figura legata anche a Varese, dove una strada importante porta il suo nome.

Nato a Milano il 30 dicembre 1902, Leopoldo Gasparotto era figlio di Luigi Gasparotto, un politico democratico, laico e radicale, ispirato dal mito di Garibaldi. Avvocato a Milano alla fine del XIX secolo, Luigi aveva una villa a Ligurno di Cantello, frequentata per le vacanze ma anche luogo d’investimento. Gasparotto praticava vari sport, diventando uno sciatore e alpinista di successo, partecipando a spedizioni celebri in montagna.

La famiglia Gasparotto, pur essendo benestante, era anche profondamente democratica e si oppose al fascismo in modo attivo, associandosi al movimento di “Giustizia e Libertà”. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Gasparotto e il padre Luigi si impegnarono nella lotta di liberazione contro i nazifascisti, organizzando la difesa di Milano e partecipando alla formazione delle prime brigate partigiane in Lombardia.

Nel dicembre 1943, Gasparotto fu arrestato a Milano e deportato in un campo di concentramento. Nonostante la prigionia, riuscì a mantenere i contatti con l’esterno e a organizzare la resistenza all’interno del campo. Fu fucilato senza processo dalle SS il 22 giugno 1944 nei pressi del campo di Fossoli.

La sua memoria è stata onorata con la creazione della brigata “Gasparotto” e con la dedicazione di strade e vie al suo nome in varie città italiane. Ma soprattutto, il suo nome vive sulle montagne, nelle vie alpinistiche che ha aperto. La figura di Leopoldo Gasparotto rimane un simbolo di coraggio, determinazione e resistenza contro l’oppressione.

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