La vicenda di Marco Cappato, indagato per aiuto al suicidio dopo aver accompagnato due persone alla clinica svizzera “Dignitas”, ha sollevato una serie di questioni legate alla legittimità costituzionale di tale reato. Il giudice di Milano ha trasmesso gli atti alla Consulta affinché valuti se l’articolo 580 del codice penale, che prevede la punibilità di chi agevola il suicidio di altri, sia conforme alla Costituzione.
La Procura aveva chiesto l’archiviazione del caso, sostenendo che il suicidio assistito potrebbe essere legittimo anche in assenza di trattamenti di sostegno vitale artificiali. Tuttavia, il giudice Cipolla ha ritenuto che la questione sollevata da Cappato sia di rilevanza costituzionale e non manifestamente infondata.
Anche il gip di Firenze ha sollevato dubbi simili, chiedendo alla Corte Costituzionale di definire meglio i confini del requisito dell’essere tenuto in vita artificialmente. Questo aspetto, non presente nei casi di Romano ed Elena, potrebbe influenzare la valutazione della punibilità dell’azione di Cappato.
La vicenda, che ha suscitato un ampio dibattito sulla questione del suicidio assistito, potrebbe portare a una revisione della normativa in materia. Resta da vedere quale sarà la decisione della Consulta e quali saranno le possibili conseguenze per i casi di aiuto al suicidio in Italia.