Il territorio di Varese e del Varesotto nasconde numerosi tesori storici e culturali che vale la pena scoprire. Oggi ci addentriamo ad Angera, per conoscere la storia di una grotta molto particolare: la Tana del Lupo.

Questo antro di origine naturale si apre nella parete est della rupe su cui sorge la Rocca Borromeo, diventando un luogo di frequentazione umana sin dalla Preistoria. Misura 7,50 metri in lunghezza e 4,70 metri in larghezza, con una volta alta circa 4,80 metri. Situata a circa 30 metri di altezza rispetto all’abitato, la grotta è immersa nella vegetazione che ricopre il ripido pendio circostante.

La Tana del Lupo presenta numerose tracce dell’attività umana, come incisioni, fori quadrati e segni di monumentalizzazione dell’ingresso. Gli scavi archeologici condotti nel corso dei secoli hanno portato alla luce reperti interessanti, tra cui resti di una struttura, monete romane e un cucchiaio bronzeo con un manico a forma di busto femminile.

Le ultime ricerche, coordinate dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia, hanno permesso di individuare residui livelli di frequentazione di epoca mesolitica all’interno della grotta. L’analisi delle tracce sulla parete esterna ha suggerito l’esistenza di un corpo di fabbrica esterno, forse un pronao colonnato e frontonato.

Restano ancora molti misteri da svelare sull’uso dell’antro in epoca romana, ma ipotesi interessanti si affacciano sulla presenza di un culto legato a una sorgente d’acqua e alla devozione per le Ninfe, divinità rurali venerate nell’Italia settentrionale.

La Tana del Lupo di Angera è dunque un luogo carico di storia e mistero, che continua a svelare i suoi segreti grazie agli studi e alle ricerche condotte dagli archeologi. Un patrimonio da preservare e valorizzare, che ci permette di gettare uno sguardo affascinante sul passato di questa affascinante regione.

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