Dodici dei quindici ultras della Pallacanestro Varese coinvolti negli scontri con le forze dell’ordine sono in attesa del programma per l’accesso ai lavori socialmente utili. Gli imputati, accusati di violenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio, hanno già raggiunto un accordo sulle cifre dei risarcimenti per i carabinieri e i poliziotti feriti durante i tafferugli. Tuttavia, la procedura non è ancora stata presa in carico dall’Ufficio per l’esecuzione penale esterna, provocando uno stallo nel processo.

Martedì scorso, davanti al giudice, è emersa la necessità di un ulteriore rinvio a ottobre per risolvere la questione della messa alla prova, scelta da quasi tutti gli ultras coinvolti nei fatti. Due di loro hanno già patteggiato, mentre uno andrà a processo secondo il rito ordinario. Per chi ha indagato, è stato lui ad istigare gli altri tifosi, senza partecipare direttamente agli scontri.

La situazione rimane quindi in sospeso, con la necessità di attendere ulteriori sviluppi da parte dell’Uepe. Nel frattempo, i legali dei tifosi e delle forze dell’ordine continuano a lavorare per trovare una soluzione che possa portare alla chiusura della pratica e alla definizione dei lavori socialmente utili per gli ultras coinvolti. La strada processuale si fa quindi sempre più lunga, mentre si cerca di trovare una soluzione che possa portare a una conclusione positiva per tutte le parti coinvolte.

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