Otto anni e quattro mesi di carcere per Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana. Stessa condanna per l’ex direttore della Produzione di Rfi, Umberto Lebruto. Queste sono le richieste più severe dei pm milanesi Leonardo Lesti e Maura Ripamonti, che al termine di una lunga requisitoria hanno chiesto sei condanne e tre assoluzioni per i nove imputati coinvolti nel processo sul disastro ferroviario di Pioltello, tutti dirigenti, dipendenti e tecnici di Rete Ferroviaria Italiana. Le richieste di condanna vanno da 6 anni e 10 mesi a 7 anni e 10 mesi, con una sanzione pecuniaria di 900mila euro per Rfi.

Il 25 gennaio 2018, a seguito del deragliamento del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, persero la vita tre persone e oltre 200 rimasero ferite. Le accuse principali riguardano disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. Secondo l’accusa, il deragliamento avvenne a causa della rottura di una rotaia in pessime condizioni, dovuta a omissioni nella manutenzione e nella sicurezza, fatte solo per risparmiare.

Gli avvocati difensori hanno respinto le richieste di condanna, sostenendo che le scelte fatte rispettavano le norme e che il processo ha dimostrato che non c’è alcuna prova a sostegno delle accuse. Il prossimo passo sarà l’intervento degli avvocati delle parti civili e dei primi difensori in aula il 24 settembre.

La tragedia di Pioltello ha scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture ferroviarie in Italia. Resta ora da attendere la decisione del tribunale e la sentenza finale per fare piena luce su questa vicenda drammatica e dolorosa.

Sara Pizzorni

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