L’epidemia di Peste Suina Africana che ha colpito la provincia di Pavia ha scatenato una nuova indagine della Procura, che ha portato all’identificazione di due indagati: un allevatore e un veterinario. Al centro dell’inchiesta ci sono sospetti di trascuratezza e violazioni delle norme di biosicurezza, con particolare attenzione rivolta a un allevamento di Vernate.

Le autorità ipotizzano che proprio questo allevamento possa essere stato il focolaio iniziale dell’epidemia, nonostante sia stato classificato come quarto focolaio in Regione. Le carcasse di maiali sotterrate nel retro del capannone, tutte positive al virus della peste suina africana, hanno destato sospetti sulle pratiche non conformi alle norme di biosicurezza.

Attualmente, l’allevatore e il veterinario sono sotto indagine, ma l’inchiesta potrebbe coinvolgere anche altri soggetti coinvolti. Le norme di biosicurezza impongono misure rigorose per prevenire il contagio, ma sembra che in questo caso non siano state rispettate, alimentando i sospetti di negligenza.

L’epidemia ha già portato all’abbattimento di oltre 56.000 suini nella provincia di Pavia, mettendo a dura prova il settore dell’allevamento suino. Gli inquirenti stanno lavorando per chiarire il ruolo di ciascuno nel contagio, mentre l’epidemia continua a diffondersi. Resta da capire se la trascuratezza e le violazioni delle norme di biosicurezza siano state effettivamente le cause principali della diffusione della Peste Suina Africana nella provincia di Pavia.

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