Il naufragio della “Good… uria” avvenuto lo scorso anno sul lago Maggiore ha ancora molte ombre da chiarire. Claudio Carminati, lo skipper della barca, ha raccontato al pm di essere stato sorpreso da un fenomeno meteorologico violento e imprevedibile chiamato “downburst”, che ha causato il naufragio in pochi istanti. Una tragedia vissuta sotto choc, che ha portato alla morte di quattro persone, tra cui la moglie di Carminati e un maresciallo dei carabinieri. Durante l’interrogatorio con il pm, Carminati ha cercato di spiegare la sua versione dei fatti, sottolineando di non aver avuto alcun comportamento anomalo e di non essere a conoscenza dell’identità dei passeggeri a bordo, agenti dei servizi segreti italiani e israeliani.

Le indagini sulla tragedia si sono concentrate sulle misure di sicurezza non rispettate e sulla dinamica dell’incidente, che ha portato alla morte di quattro persone. Carminati ha dichiarato di aver apportato delle modifiche alla barca in buona fede, senza però comunicarle al Registro navale, e di non aver rispettato il limite consentito di persone a bordo. Inoltre, la barca non aveva a bordo un numero sufficiente di giubbotti di salvataggio e l’assicurazione era appena scaduta.

La Procura sta valutando se chiedere il rinvio a giudizio di Carminati per naufragio e omicidio colposo plurimo. La verità su quella tragica giornata sul lago Maggiore è ancora avvolta nel mistero, ma le indagini continuano per fare luce su quanto accaduto e per fare giustizia per le vittime del naufragio della “Good… uria”.

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