Il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha tenuto una conferenza stampa davanti al carcere minorile Beccaria di Milano dopo un incontro con i familiari dei 13 agenti di custodia arrestati. Questi agenti sono accusati di maltrattamenti e concorso nel reato di tortura nei confronti dei detenuti. Di Giacomo ha espresso la sua delusione per il presunto abbandono da parte dello Stato nei confronti della polizia penitenziaria e del sistema carcerario.

Secondo Di Giacomo, lo Stato ha lasciato soli i membri della polizia penitenziaria, che svolgono un lavoro difficile e spesso poco riconosciuto. L’accusa di maltrattamenti e tortura nei confronti dei detenuti è un grave problema che deve essere affrontato con serietà e responsabilità. Il sindacato della polizia penitenziaria chiede maggiore attenzione e sostegno da parte delle istituzioni per garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso per tutti.

L’incontro con i familiari degli agenti arrestati ha evidenziato la sofferenza e l’angoscia di chi si trova coinvolto in una situazione così delicata. Di fronte a queste difficoltà, il sindacato della polizia penitenziaria si impegna a difendere i propri membri e a promuovere una maggiore consapevolezza sulle condizioni di lavoro all’interno delle carceri.

La protesta del sindacato davanti al carcere Beccaria di Milano è un segnale di preoccupazione e di richiesta di sostegno da parte delle istituzioni. È importante che lo Stato si faccia carico delle proprie responsabilità e garantisca un ambiente di lavoro dignitoso e rispettoso per tutti coloro che operano nel settore penitenziario.

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