Un nuovo rinvio per il processo a carico di due imputati, fratello e sorella, accusati di tratta di schiave e riduzione in schiavitù, per una vicenda verificatasi a Crema tra il 2015 e il 2016. La vittima, una ragazza di 19 anni di origini nigeriane, sarebbe dovuta testimoniare in aula ma non si è presentata per motivi di salute del figlio minore.
Durante l’udienza in corte d’Assise è stata eseguita una verifica sul telefono cellulare della giovane, al fine di accertare i suoi contatti con i presunti aguzzini. Tuttavia, l’apparecchio si è rivelato inutilizzabile a causa della batteria gonfia e a rischio di esplosione.
Il processo è stato rinviato al 7 ottobre, quando la vittima sarà convocata per essere ascoltata. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero promesso alla donna un lavoro come baby sitter, ma invece l’avrebbero costretta alla prostituzione, minacciandola e maltrattandola.
La giovane avrebbe dovuto versare una somma di denaro ai suoi aguzzini per il viaggio in Italia e sarebbe stata costretta a digiunare e minacciata di morte. Dopo quasi un anno di terrore, la ragazza è riuscita a fuggire e presentarsi alla polizia.
Questa vicenda terribile mette in luce l’importanza di combattere la tratta di esseri umani e la schiavitù moderna, fenomeni ancora purtroppo presenti nella nostra società. È fondamentale che vengano fatti tutti gli sforzi per proteggere le vittime e punire i responsabili di tali crimini orribili.