Il processo al Tribunale di Monza che vede ben 26 imputati coinvolti in un’inchiesta della Guardia di Finanza riguardante presunte turbative d’asta per appalti milionari sulla fornitura di macchinari per la cura del cancro ha subito un colpo di scena. Nessuno dei soggetti coinvolti ha rinunciato alla prescrizione, nonostante le accuse mosse nei loro confronti.

L’inchiesta era stata avviata nel 2015 e aveva portato a quattro arresti. Tutto era partito dalla “Elekta spa”, multinazionale svedese con sede ad Agrate Brianza. Al processo sono parti civili diversi enti, tra cui l’Istituto nazionale dei tumori di Milano, il Policlinico San Matteo di Pavia e l’Azienda sanitaria di Lecce.

Secondo l’accusa, l’azienda agratese era riuscita a presentare offerte “perfette” che soddisfacevano i requisiti tecnici richiesti, anche se non erano le più convenienti dal punto di vista economico. Si parlava di un presunto sistema di “ricompense” sotto forma di borse di studio finanziate da Elekta ed erogate dagli istituti e dagli ospedali coinvolti, oltre che di inviti a partecipare a convegni.

Le accuse di corruzione non sono state contestate, ma gli imputati hanno negato di aver agito in modo scorretto. Nessuno di loro ha rinunciato alla prescrizione, convinti di ottenere una sentenza di assoluzione.

Si tratta di un caso che ha destato grande interesse mediatico e che ha portato alla luce presunte pratiche illecite nel settore degli appalti per la sanità. Resta ora da vedere quale sarà l’esito finale di questo complicato processo.

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