Oggi si è svolta la seconda udienza del processo per stalking che vede imputato Marco Manfrinati, ex marito di Lavinia Limido. Durante l’udienza, Lavinia ha testimoniato, raccontando anni di minacce e comportamenti molesti da parte dell’imputato. La madre di Lavinia, Marta Criscuolo, ha già testimoniato descrivendo minacce, danneggiamenti e continui atti di persecuzione, dichiarando che la fuga della figlia ha salvato la vita al nipote.

Durante l’udienza è emerso un dettaglio inquietante: una cartolina inviata da Manfrinati dal carcere di Busto Arsizio alla famiglia Limido-Criscuolo, contenente un messaggio ambiguo riferito al padre di Lavinia, ucciso durante un’aggressione avvenuta lo scorso maggio. Il processo per stalking è separato dalle indagini sull’aggressione, in cui Manfrinati ha sfregiato Lavinia e ucciso suo padre. Manfrinati è attualmente in carcere, accusato di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio premeditato.

Durante l’udienza, la difesa di Manfrinati ha concentrato le domande su tre temi principali, mettendo sotto pressione la testimone. Nonostante le denunce presentate dalla famiglia Limido-Criscuolo, l’unica misura cautelare adottata era stata il divieto di avvicinamento, rivelatosi insufficiente. La prossima udienza è fissata per il 13 novembre, con nuove testimonianze attese che potrebbero chiarire ulteriormente le dinamiche delle accuse.

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