Un tragico evento ha scosso l’ospedale Fatebenefratelli di Milano, trasformandolo in un teatro di morte. I protagonisti di questa terribile vicenda sono due anziani pazienti, Giuseppe De Marchi e Ida Guardamagna, che sono stati vittime di una mano oscura che muoveva i fili della vita e della morte per denaro.

Il responsabile di queste morti non è stato la malattia, ma un infermiere generico di nome Antonio Busnelli, soprannominato “il becchino” dai suoi colleghi. Quest’uomo, dopo ventiquattro anni di servizio nel reparto di rianimazione, è stato scoperto ad accelerare la morte dei pazienti per guadagnare delle somme di denaro dalle imprese di pompe funebri.

Il primo segnale di questa condotta scorretta è arrivato nel 1990, quando Giuseppe De Marchi è stato ricoverato d’urgenza e successivamente è deceduto a causa di una crisi cardiaca. Anche Ida Guardamagna è morta poco dopo il suo ricovero, sempre per una crisi cardiaca, e sono emerse tracce di un farmaco non prescritto nei loro corpi.

Le indagini hanno portato alla luce il coinvolgimento di Busnelli in entrambi i decessi, e dopo un lungo processo è stato condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione. Questo caso ha lasciato un segno indelebile nella storia della sanità italiana, evidenziando come il denaro possa spingere alcune persone a compiere atti riprovevoli ai danni della vita umana.

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