La violenza domestica è un problema serio che purtroppo continua a mietere vittime, come nel caso di Lavinia Limido, che ha dovuto affrontare l’incubo dell’ex marito violento, Marco Manfrinati. La testimonianza della donna nel processo per stalking nei confronti di Manfrinati ha svelato dettagli agghiaccianti sulla sua vita coniugale e sulle minacce subite dalla sua famiglia.

Dalle parole di Lavinia emerge un quadro di controllo ossessivo da parte dell’ex marito, che la costringeva a vivere nel terrore e nell’insicurezza. Dopo l’ultimo episodio di violenza, la donna ha deciso di fuggire insieme al figlio per mettersi in salvo. Le minacce e gli insulti continuavano anche a distanza, con email e telefonate indirizzate non solo a lei, ma anche alla sua famiglia e persino alla loro azienda.

La situazione era diventata così insostenibile che la famiglia Limido aveva dovuto prendere misure estreme, installando telecamere e facendo il giro degli isolati prima di rientrare a casa per evitare l’aggressore. Nonostante tutto questo, Manfrinati ha continuato a inviare messaggi minacciosi anche dopo essere stato arrestato per l’omicidio dell’ex suocero e il tentato omicidio di Lavinia.

La carta della compassione usata da Manfrinati per comunicare con la ex suocera è solo un altro esempio della sua manipolazione e della sua mancanza di rimorso. È importante che casi come questo vengano portati alla luce e che le vittime di violenza domestica trovino il coraggio di denunciare i propri aguzzini. Solo così si potrà combattere questa piaga sociale e proteggere chi è più vulnerabile.

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