Il processo al Tribunale di Monza per l’inchiesta sulla concessionaria Antonini di Varedo ha visto la richiesta di pene fino a 19 mesi di reclusione per 4 degli imputati, accusati di associazione a delinquere e truffa. I fratelli Mauro e Giuseppe, ritenuti amministratori di fatto e ideatori del raggiro, sono stati già condannati a 3 anni, 5 mesi e 20 giorni per bancarotta fraudolenta e al risarcimento dei danni ad una sessantina di clienti.

Il processo vede ora coinvolti i presunti venditori dell’autosalone, accusati dal pm di non aver potuto ignorare i raggiri, visto che i clienti si lamentavano delle auto non consegnate direttamente in concessionaria. Il figlio di Giuseppe Antonini, Davide, è stato invece chiesto l’assoluzione.

Secondo l’accusa, l’autosalone vendeva auto con un rimborso percentuale se veniva applicato un adesivo pubblicitario sulle portiere, ma molti acquirenti si sono ritrovati a pagare le rate complete del prestito senza ricevere l’auto o con la vettura ferma in garage a causa di problemi con il trapasso di proprietà.

La difesa degli imputati sostiene che si tratti di una rinomata azienda nel settore da 40 anni, che ha avuto delle difficoltà ma non ha commesso raggiri, e che i venditori facevano solo contratti regolari. La sentenza è attesa per gennaio, quando i giudici si esprimeranno definitivamente sul caso.

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