Il 20 ottobre 1944 è una data che ha segnato profondamente la città di Milano. In quel giorno di sole, con temperature ancora miti, la città del Nord si trovava già in guerra da 1594 giorni, con numerose difficoltà da affrontare. L’arrivo del freddo avrebbe solo aggiunto ulteriori problemi a una popolazione già provata dagli eventi bellici.
Alle 11.14 suonò l’allarme aereo, segnalando l’arrivo di grosse formazioni di bombardieri. Alle 11.24, quattro minuti dopo, i bombardieri americani dell’Usaaf sganciarono 340 bombe sulla città, causando devastazione e morte. Tra le vittime ci furono 184 bambini e venti insegnanti e bidelli della scuola elementare “Francesco Crispi” a Gorla.
La tragedia colpì duramente il quartiere operaio di Gorla, cancellando un’intera generazione di bambini nati tra il 1934 e il 1938. Solo pochi sopravvissero a quell’orrore, tra cui Graziella Ghisalberti, che oggi ha 87 anni e ricorda il dolore delle mamme che avevano perso i figli.
Il documentario “Finché sono al mondo”, realizzato da Mario Calabresi e Silvia Nucini, racconta le storie dei sopravvissuti alla strage di Gorla e mette in luce l’immensa tragedia che colpì la città in quel lontano 20 ottobre del 1944.
Quel bombardamento, frutto di errori di navigazione e scelte dei piloti americani, causò la morte di molte persone, tra Gorla e Precotto, con un totale di 614 vittime. Le bombe colpirono caseggiati operai e piccole officine, infliggendo un duro colpo alla popolazione civile.
Le incursioni aeree su Milano, in quegli anni di guerra, causarono numerose vittime. Il bombardamento del 20 ottobre 1944 fu il più letale, ma non l’unico a colpire la città. Gli Alleati cercavano di piegare la resistenza nemica con attacchi mirati, ma spesso coinvolgevano la popolazione civile, provocando devastazione e morte.
La storia della strage di Gorla è un tragico capitolo della Seconda Guerra Mondiale, che ha lasciato un segno indelebile nella memoria della città di Milano. Le storie dei sopravvissuti ci ricordano l’orrore della guerra e la fragilità della vita umana di fronte alla violenza.