Il caso dell’eurodeputata italiana Ilaria Salis ha scosso la scena politica europea, con il governo ungherese che ha formalmente richiesto la revoca della sua immunità parlamentare. Questo ha aperto un nuovo capitolo in una vicenda che ha radici profonde nel passato dell’attivista e politica italiana.

La richiesta di revoca dell’immunità è legata ad eventi accaduti in passato, quando Salis era ancora una giovane attivista. Condannata in Ungheria con l’accusa di aver provocato lesioni che potevano pregiudicare la vita durante una manifestazione, Salis ha trascorso diversi mesi in carcere. Da allora, ha sempre denunciato le violazioni dei diritti umani commesse dal regime ungherese.

Le motivazioni precise alla base della richiesta di revoca dell’immunità non sono state ancora rese pubbliche, ma Salis ha commentato la situazione sottolineando l’importanza di difendere lo stato di diritto e i diritti umani senza cedere alla prepotenza di una ‘democrazia illiberale’.

La risposta del governo ungherese non si è fatta attendere, con il portavoce Zoltan Kovacs che ha definito Salis una delinquente comune e ha respinto le sue affermazioni. La revoca dell’immunità parlamentare permetterebbe alle autorità ungheresi di perseguire penalmente Salis per eventuali reati commessi in passato.

La situazione continua a evolversi e rimane da vedere quale sarà l’esito finale di questa controversia politica che coinvolge l’Italia e l’Ungheria. Resta da capire se il Parlamento deciderà di revocare l’immunità di Salis e quali saranno le conseguenze di questa decisione.

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