Il processo contro l’ex funzionaria della banca Credito Emiliano, Cristina Pedrabissi, e suo marito Maurizio Merlini è entrato nel vivo oggi con l’esame dei primi testimoni dell’accusa. I due sono finiti sotto accusa per una truffa milionaria ai danni di due anziane sorelle cremonesi, Giordana e Marise Zanardi, entrambe decedute nel 2020. Secondo la procura, la Pedrabissi avrebbe spolpato il loro patrimonio di oltre due milioni di euro nel corso di una decina di anni, inducendole ad aprire conti correnti e falsificando le loro firme.
Durante l’udienza di oggi, la Pedrabissi si è difesa dalle accuse, sostenendo di non avere avuto la possibilità di compiere azioni fraudolente sui conti correnti delle anziane. Tuttavia, secondo l’accusa, sono stati riscontrati numerosi prelievi anomali e spese non collegate alla vita delle due novantenni.
Sono stati ascoltati anche i due eredi delle anziane, Maria Rosa e Leonardo, che hanno testimoniato di non essere stati coinvolti nelle transazioni sospette. Leonardo, in particolare, ha denunciato una significativa riduzione del saldo del conto corrente della zia Marise, che lo ha spinto a indagare sul patrimonio delle due sorelle.
Il tribunale di Cremona ha accolto la richiesta della banca Credito Emiliano di costituirsi parte civile nel processo, non solo per il danno patrimoniale subito, ma anche per il danno di immagine arrecato all’istituto di credito. Oltre ai coniugi Merlini e alla Pedrabissi, sono coinvolti nel processo anche altri familiari, difesi da legali di Cremona e Roma.
La somma di denaro oggetto della truffa è di oltre 2 milioni di euro, investiti in quote sociali, immobili e beni di lusso. Le accuse contro la Pedrabissi includono la falsificazione di firme sulle polizze vita delle anziane. I prossimi testimoni saranno sentiti nell’udienza del 18 marzo.