Il governo italiano ha deciso di investire 600 milioni di euro in cinque anni per ospitare 1200 richiedenti asilo in Albania. Questo accordo, frutto di una collaborazione tra l’Italia e il Paese delle aquile, mira a prevenire i flussi migratori irregolari accogliendo solo chi ha diritto alla protezione internazionale.

Le strutture sono state inaugurate grazie a un protocollo d’intesa valido per 5 anni, con la possibilità di rinnovarlo per altri 5. Nonostante le polemiche e i dubbi di natura giuridica ed umanitaria, i centri sono stati aperti per accogliere i migranti salvati dalle navi italiane.

Il primo sito, a Shengjin, può ospitare circa 200 persone e si occupa delle procedure di identificazione e registrazione. Il secondo sito, a Gjader, ha diverse destinazioni, tra cui un centro da 880 posti per i richiedenti asilo in attesa di risposta, un altro da 144 posti per i rimpatri e un penitenziario da 20 posti per chi compie reati all’interno del campo.

Le spese per la realizzazione delle strutture sono state notevoli, ma l’Italia si impegna a sostenere ogni costo necessario per garantire il vitto, le cure mediche e qualsiasi servizio necessario ai migranti accolti. Nonostante i ritardi nella consegna dei centri, si spera che possano operare in modo efficiente e nel rispetto dei diritti umani.

Guido Monti, responsabile del Comitato provinciale per l’Europa di Sondrio, segue da vicino questa situazione e si augura che il futuro dei centri non sia oscurato da nuvole minacciose.

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