Un’operazione della Guardia di Finanza ha portato alla luce un opificio clandestino a Samarate, dove lavoratori senza permesso producevano capi di abbigliamento in condizioni igienico-sanitarie precarie. Il capannone, fatiscente e privo di qualsiasi certificazione, ospitava anche dei minorenni, mentre i capi di abbigliamento venivano prodotti per note griffe d’alta moda e venduti a cifre esorbitanti.
Il titolare dell’attività, un cittadino cinese di 52 anni, è stato denunciato per sfruttamento e violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, mentre la proprietaria del capannone è stata indagata per abusivismo edilizio. Il capannone è stato posto sotto sequestro preventivo per interrompere l’attività illecita.
Nel capannone sono stati trovati 12 cittadini cinesi senza permesso di soggiorno, alcuni dei quali minorenni, ora affidati ai Servizi Sociali del Comune di Samarate. Questo episodio mette in luce il problema del lavoro nero e dello sfruttamento della manodopera straniera, e dimostra l’importanza di controlli serrati su tutte le attività produttive, anche in ambito pubblico.