Il processo che vede Marco Mandrinati accusato di stalking nei confronti della sua ex moglie Lavinia Limido e della suocera ha avuto un nuovo sviluppo oggi. Durante l’udienza, la nonna di Lavinia, Adriana Mozzillo, ha raccontato di come l’intera famiglia viveva nella costante paura che Mandrinati potesse fare del male. Mozzillo stessa ha raccontato di essere stata vittima delle azioni violente di Mandrinati, che ha rotto il vetro della sua auto e tagliato le gomme per sei volte.
I testimoni hanno descritto una situazione di stress costante, con la famiglia Limido sempre in allerta e in attesa che qualcosa di terribile potesse accadere. Lavinia Limido si era nascosta a casa di un’amica per 20 giorni dopo essere scappata con il figlio dal marito, temendo per la propria vita e quella del bambino. Gli amici di Lavinia hanno raccontato delle minacce di morte fatte da Mandrinati e del controllo esercitato su di lei riguardo ai soldi.
La famiglia Limido aveva preso varie misure di sicurezza, installando telecamere, consultando un esperto su come proteggersi e acquistando un cane da difesa. Tuttavia, nulla poté fermare Mandrinati il giorno in cui tentò di uccidere Lavinia e assassinò l’ex suocero. Il quadro accusatorio nei confronti di Mandrinati è stato confermato dai testimoni, che hanno raccontato fatti concreti che hanno portato alla tragica situazione.
Mandrinati, che testimonierà in seguito, è rimasto collegato all’udienza da remoto per pochi minuti. La madre di Lavinia ha concluso dicendo che Mandrinati non è nulla. La paura e il terrore vissuti dalla famiglia Limido sono stati descritti durante l’udienza di oggi, gettando luce su una situazione di violenza e controllo che ha portato a conseguenze drammatiche.