Passano i giorni e le emozioni, tutto sembra sfuggire tra le dita come sabbia. Ci troviamo costantemente divisi tra il desiderio di guardare al futuro e la nostalgia di ciò che è ormai passato. Viviamo in un costante stato di tensione tra rimpianti e incertezze, mentre il tempo scorre inesorabile. Ma c’è qualcosa che rimane immutato, qualcosa che non si lascia consumare dalla frenesia del quotidiano. E quella cosa è la parola.
A Torino, i giovani di un centro sociale hanno manifestato in modo violento, causando caos e distruggendo tutto ciò che trovavano sulla loro strada. A Bologna, studenti e attivisti si sono scontrati con le forze dell’ordine nel tentativo di impedire un corteo di gruppi estremisti. A Milano, quartieri come San Siro e Niguarda sono stati teatro di scontri e tensioni.
È evidente che la società è attraversata da una profonda crisi, dove la violenza sembra essere diventata la risposta più comune ai problemi. È importante riflettere su queste dinamiche e cercare soluzioni pacifiche per risolvere i conflitti. La parola, in questo contesto, può essere uno strumento potente per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca.
È necessario smettere di guardare al passato con nostalgia e di temere il futuro con ansia. È il momento di concentrarsi sul presente e di impegnarsi per costruire un mondo migliore per tutti. Solo così potremo superare le divisioni e costruire un futuro più sereno e pacifico per le generazioni future.