La tragica vicenda dell’amianto a Broni ha segnato profondamente la comunità locale, con la richiesta di archiviazione dell’indagine Fibronit da parte della procura di Pavia. La mancanza di certezze scientifiche sul nesso causale tra esposizione all’amianto e malattie come l’asbestosi e il mesotelioma ha reso impossibile attribuire responsabilità penali per le morti e le malattie delle 470 vittime coinvolte.

Il caso Fibronit ha evidenziato la complessità nel determinare il “failure time”, ovvero il momento in cui l’amianto provoca danni irreversibili nell’organismo. Anche il primo processo si era concluso con l’assoluzione degli imputati, nonostante i tentativi dei periti di dimostrare il legame tra le azioni degli imputati e il decorso delle malattie.

La richiesta di archiviazione del secondo troncone di indagine ha lasciato un vuoto nella ricerca di giustizia per le vittime e i loro familiari, che continuano a soffrire per le conseguenze dell’esposizione all’amianto. La città di Broni e la provincia di Pavia portano ancora il peso di questa tragedia, con la necessità di una risposta dallo Stato per dare senso a una ferita ancora aperta.

Il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, ha espresso la sua solidarietà alle famiglie delle vittime e ha sottolineato l’importanza di garantire sostegno alle persone colpite dall’amianto. La lotta per la giustizia e il riconoscimento delle vittime continua, nella speranza di trovare una risposta adeguata a una tragedia che ha segnato profondamente la comunità di Broni.

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