Il giudice per le indagini preliminari di Monza ha confermato le misure cautelari per 28 indagati per truffa transnazionale. Alcuni di loro restano in carcere, tra cui il broker bresciano e il presunto capo dell’associazione a delinquere. Altri sono ai domiciliari o con obbligo di firma.

Dopo gli interrogatori di garanzia, il giudice del Tribunale di Monza, Marco Formentin, ha confermato tutte le misure di custodia cautelare per le presunte truffe transnazionali che hanno coinvolto la Guardia di Finanza di Como, con l’esecuzione di 19 ordinanze.

Tra coloro che rimangono in carcere ci sono il broker bresciano, Marco Savio, agente della Banca Progetto, e il lecchese Ernesto Maria Cipolla, considerato il capo dell’associazione a delinquere che ha portato al sequestro di oltre 6 milioni di euro. Altri indagati sono agli arresti domiciliari o con obbligo di firma, tra cui il milanese Simone Iacone, il commercialista lecchese Michele Migliore e il collega milanese Paolo Attilio Remo Cotini, e i presunti riciclatori Maurizio Ponzoni e Massimiliano Musa.

In totale sono 28 gli indagati per truffa, bancarotta, riciclaggio, autoriciclaggio e false comunicazioni sulle società, di cui cinque provenienti dalla Brianza. Le accuse vanno dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti all’associazione per delinquere. Nelle carte emergono anche i nomi di Alessandro De Domenico, ex finanziere di Monza in congedo, e di Omar Di Blasi, entrambi coinvolti nel caso.

La situazione coinvolge anche Raffaele A., considerato una ‘testa di legno’ dagli inquirenti e sottoposto all’obbligo di firma. La vicenda continua a essere al centro delle indagini e delle attenzioni delle autorità competenti.

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