Il caporalato è un fenomeno che purtroppo continua a manifestarsi nel nostro paese, sfruttando lavoratori vulnerabili e privi di diritti. È il caso di sei lavoratori pakistani che, dal 2018 al 2022, sono stati costretti a lavorare nei campi cremonesi per lunghi turni, percependo una paga irrisoria tra i 2 e i 3 euro l’ora.
Quattro indiani sono stati accusati di caporalato e sono stati processati davanti al gup. Due di loro hanno deciso di patteggiare una pena, mentre gli altri due hanno optato per il rito abbreviato. I lavoratori, assistiti dai loro avvocati, hanno deciso di costituirsi parte civile per ottenere giustizia.
I sindacati Flai e la Camera del Lavoro della Cgil di Cremona si sono uniti alla causa, denunciando le condizioni disumane in cui questi lavoratori erano costretti a operare. Senza permesso di soggiorno o con documenti scaduti, i pakistani sono stati sfruttati e costretti a pagare cifre ingiuste per poter lavorare.
La giornata lavorativa durava dalle 10 alle 12 ore, senza alcuna tutela sulla sicurezza sul posto di lavoro. I lavoratori erano costretti a pagare per il trasporto e a restituire parte del loro salario per il rinnovo del permesso di soggiorno. Un vero e proprio sfruttamento che è durato anche durante la pandemia, senza alcuna protezione.
L’indagine è stata avviata grazie alla denuncia di uno dei lavoratori e ha portato alla luce una situazione di degrado e abuso. È importante che casi come questo vengano portati alla luce e che i responsabili vengano puniti severamente per garantire la tutela dei diritti dei lavoratori.