Il significato e le supposizioni sull’appellativo “Bosino”

L’appellativo “Bosino” è un termine che è rimasto nel vocabolario dei varesini, ma la sua origine e il suo significato sono ancora oggetto di discussione. Secondo il dizionario dialettale milanese di Cherubini, il termine “Bosin” si riferisce a un mezzadro o contadino dell’Alto Milanese. Inoltre, si fa riferimento alle “Bosinade”, composizioni in versi vernacoli milanesi che venivano recitate per le città dai cosiddetti “Bosin”. Queste composizioni erano molto popolari nel 700 e avevano lo scopo di diffondere la buona morale tra il popolo e di conservare la memoria delle tradizioni locali.

Alcuni autori di “Bosinade” erano molto apprezzati, tanto che persino il celebre poeta milanese Carlo Porta si definiva “bosino”. Anche Varese ha avuto i suoi “Bosini”, come Bernardo Rainoldi, che era conosciuto come il “Bosin del gran Vares”. Secondo Gaetano Crespi, la parlata bosina era tipica degli abitanti del territorio compreso tra il naviglio Grande e il lago di Varese.

È interessante notare che l’appellativo “Bosino” potrebbe derivare da “Ambroeusin”, diminutivo di “Boeus” che significa Ambrogio. Questo nome era inizialmente attribuito agli abitanti di Milano, per poi estendersi ai sudditi del contado e infine agli abitanti di Varese, che hanno sempre avuto una forte connessione con la città meneghina.

In conclusione, l’appellativo “Bosino” è un elemento caratteristico della storia e della cultura varesina, che conserva ancora oggi il suo fascino e il suo mistero. La sua origine e il suo significato restano ancora oggetto di studio e di dibattito tra gli studiosi e gli appassionati di storia locale.

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