La religiosa suor Anna Donelli, coinvolta nell’inchiesta della procura di Brescia sulle presunte infiltrazioni mafiose nel tessuto economico bresciano, ha finalmente potuto difendersi davanti al giudice. La donna, nota per il suo lavoro all’interno del carcere di San Vittore di Milano, è accusata di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. Durante l’interrogatorio durato più di due ore, suor Anna ha negato categoricamente le accuse a lei mosse, sostenendo la sua totale estraneità ai fatti.
La difesa, affidata all’avvocato Robert Ranieli, ha ribadito che le intercettazioni contestate alla religiosa sono solo millanterie dette da altri e che lei si limitava a trasmettere messaggi di natura umanitaria. Secondo l’accusa, invece, suor Anna avrebbe agito come intermediaria tra il clan ‘ndranghetista calabrese Tripodi e i detenuti, trasmettendo ordini e direttive criminali.
Alla fine dell’interrogatorio, l’avvocato ha chiesto la revoca della misura degli arresti domiciliari per suor Anna, ma il giudice si è riservato di decidere. Resta quindi in sospeso la situazione della religiosa, che continua a difendersi dalle gravi accuse che le sono state mosse.