Cinque agenti della Polizia penitenziaria sono attualmente coinvolti in un processo a Monza, accusati di lesioni aggravate, falso, calunnia, violenza privata, abuso d’ufficio e omessa denuncia per aver picchiato un detenuto all’interno della casa circondariale di Monza. L’ex direttrice del carcere, Maria Pitaniello, ha testimoniato in tribunale, descrivendo l’evento come estremamente doloroso e ricordando una reazione scomposta da parte degli agenti.

Secondo l’accusa, il detenuto, un ex collaboratore di giustizia di 52 anni, sarebbe stato colpito a pugni e schiaffi da un agente mentre altri lo tenevano fermo. Tuttavia, la difesa degli imputati sostiene che le lesioni subite dal detenuto non siano state causate da un’aggressione violenta da parte degli agenti, ma da una caduta successiva al trasferimento in cella e da un’azione di autolesionismo.

Il detenuto si è costituito parte civile insieme all’associazione Antigone, che si occupa della tutela delle garanzie nel sistema penale e penitenziario. Le telecamere interne al carcere hanno registrato parte dell’accaduto, mostrando l’agente che schiaffeggia il detenuto. Tuttavia, la difesa degli imputati sostiene che le telecamere non abbiano ripreso il momento precedente in cui il detenuto avrebbe sferrato un calcio al volto di un agente.

Maria Pitaniello ha anche rivelato che il detenuto era in sciopero della fame perché desiderava essere trasferito in un’altra casa circondariale e che in passato aveva avuto comportamenti aggressivi nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria. Il Garante dei diritti dei detenuti ha chiesto di fare luce sull’accaduto dopo la denuncia presentata da un parente dell’ex collaboratore di giustizia ad Antigone.

La situazione è ancora in fase di indagine e il processo continua a Monza, con testimonianze e controprove che cercano di far luce sulla verità di quanto accaduto all’interno della casa circondariale di Monza nell’agosto del 2019.

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