Il mistero del naufragio della torpediniera Locusta nel Lago Maggiore
Il lago Maggiore, conosciuto per la sua bellezza e tranquillità, nasconde al suo interno una storia triste e misteriosa. Si tratta del naufragio della torpediniera Locusta, avvenuto la notte dell’8 gennaio 1896 al largo di Maccagno, senza che ne fosse ritrovato né il relitto né i corpi dei marinai a bordo.
La Locusta era una torpediniera costiera di quarta classe, lunga 19,20 metri e dotata di un cannone a ripetizione “Nordenfeldt”. Inizialmente destinata all’impiego in mare aperto, venne ceduta alla Regia Guardia di Finanza nel 1886 e impiegata sul Lago Maggiore per contrastare il contrabbando di tabacco.
La notte del naufragio, la Locusta salpò da Cannobio per un normale pattugliamento lacustre. Nonostante le condizioni meteorologiche fossero buone all’inizio del viaggio, una improvvisa tempesta si scatenò durante la navigazione notturna. Le operazioni di soccorso non portarono ad alcun risultato e il relitto della torpediniera non venne mai trovato.
Negli anni successivi sono stati effettuati diversi tentativi per recuperare il relitto, ma senza successo a causa dei depositi di terra e melma presenti sul fondale del lago. Recentemente, l’ingegnere e ricercatore Roberto Mazzara ha dichiarato di aver individuato l’area in cui giace il relitto della Locusta, ma al momento non dispone di prove visive.
A memoria dei dodici militari dell’equipaggio della Locusta, è stato eretto un monumento presso il Poggio delle Regie Torpediniere a Cannobio. La storia di questo naufragio rimane avvolta nel mistero, ma resta viva nella memoria di coloro che hanno perso la vita in quello che doveva essere un normale servizio di pattugliamento sul Lago Maggiore.