Il caso dell’omicidio avvenuto a Pontirolo continua a tenere banco, con nuovi dettagli che emergono durante l’interrogatorio di garanzia di Rocco Modaffari. L’uomo di 58 anni ha ammesso di aver sparato a Roberto Guerrisi, ma ha sostenuto di averlo fatto per paura, durante un faccia a faccia davanti alla rivendita di auto del cognato. Secondo quanto ricostruito, la vittima si era recata sul posto per capire cosa fosse successo alla propria figlia, che aveva denunciato il fidanzato, nipote dell’arrestato, per averla picchiata.
L’interrogatorio con il gip Stefano Storto ha portato alla luce nuovi dettagli, ma restano ancora molte domande senza risposta. La pistola utilizzata per il delitto sarà inviata ai Ris di Parma per l’analisi e il confronto con i bossoli ritrovati sul luogo del crimine. Inoltre, sarà eseguito lo stub per verificare la presenza di residui di polvere da sparo sulle mani o sui vestiti del sospettato.
Il ritrovamento dell’arma da parte del cane Cooper dei carabinieri ha portato a una svolta nelle indagini, ma restano ancora molte reticenze da parte degli indagati. Modaffari si era avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, mentre il nipote e suo padre sono stati deferiti per favoreggiamento. La situazione si fa sempre più complessa, con nuovi dettagli che emergono man mano che le indagini proseguono.