Il crac del consorzio Ast di Vigevano ha portato alla luce una serie di accuse di bancarotta e peculato nei confronti di diversi imputati, tra cui l’ex sindaco Andrea Sala. Tuttavia, dopo un lungo processo, tutti gli imputati sono stati assolti. Oltre a Sala, erano coinvolti Carlo Cavigliani, Massimo Boccalari e Alessandro Mazzoli, tutti accusati di vari reati legati alla gestione del consorzio Ast.
Le accuse risalivano al 2016, quando il Comune decise di liquidare il consorzio e trasferire l’area formazione alla Fondazione Roncalli. Il fallimento del consorzio è stato poi dichiarato nel 2019, mettendo in luce una serie di irregolarità nella gestione dei fondi e delle risorse.
Nonostante le accuse e le indagini, il tribunale ha stabilito che non vi erano prove sufficienti per condannare gli imputati. Questa assoluzione solleva molte domande sulla gestione dei fondi pubblici e sull’efficacia dei controlli e delle regolamentazioni in vigore.
La vicenda del consorzio Ast di Vigevano rimane un caso emblematico di cattiva gestione e presunta corruzione, che ha scosso la comunità locale e sollevato interrogativi sulla trasparenza e l’etica nella gestione dei fondi pubblici. Speriamo che simili casi possano servire da monito per migliorare i sistemi di controllo e prevenire futuri scandali finanziari.