Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha evidenziato un sistema distorto nel settore dell’urbanistica milanese, che favorisce coloro che hanno contatti privilegiati a discapito degli operatori sprovvisti di tali collegamenti. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pool di pm guidato da Tiziana Siciliano, la gestione urbanistica in città è caratterizzata da un esercizio distorto di poteri e funzioni pubbliche in cambio di utilità o riconoscimenti professionali.

Tra le segnalazioni fatte dagli investigatori, emerge il caso di Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello unico edilizia e indagato, che non ha segnalato il proprio conflitto di interessi legato al rapporto di dipendenza lavorativa della figlia architetto con una società le cui pratiche sono state analizzate dalla Commissione paesaggio di cui faceva parte. Questo è solo uno dei sette casi di conflitti di interesse evidenziati nella relazione di 53 pagine redatta dalla Gdf di Milano.

Le indagini hanno portato a numerosi sequestri di palazzi e cantieri, con reati contestati che vanno dalla lottizzazione abusiva al traffico di influenze illecite. Tuttavia, nonostante le azioni intraprese dalle autorità, la legge “salva Milano” è bloccata al Senato, impedendo ulteriori interventi per contrastare il sistema corrotto che ha caratterizzato la rigenerazione urbana della città negli ultimi anni.

È evidente che è necessario porre fine a queste pratiche illecite che danneggiano non solo la trasparenza e l’efficienza dell’amministrazione pubblica, ma anche il corretto sviluppo urbano della città di Milano. Speriamo che le autorità competenti possano agire con determinazione per porre fine a questo sistema corrotto e garantire una gestione urbanistica più equa e trasparente per il bene di tutti i cittadini.

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