Il processo per l’omicidio del 33enne albanese Alfons Kola a Calcinatello, Brescia, da parte del connazionale Petrit Gega, 53 anni, sta continuando. Durante l’udienza, una dipendente del bar di fronte al quale è avvenuto il delitto ha raccontato di aver sentito urlare e di aver visto la vittima scappare e poi essere colpita dall’aggressore con un coltello. Kola è caduto a terra urlando che lo stavano accoltellando.
Un fratello della vittima ha testimoniato che in Albania Gega ha sparato a un cugino, colpendolo alla testa con il calcio di una pistola, e che aveva precedentemente distrutto il parabrezza dell’auto di Alfons con una mazza. Al momento dell’arresto, Gega ha dichiarato di sentire voci e di vedere il diavolo. Gega è stato riconosciuto affetto da un vizio parziale di mente e attualmente si trova in osservazione psichiatrica nel carcere di Monza, dove è emerso che soffre di una psicosi causata dall’abuso di alcol.
Sottoposto a terapia antipsicotica, il 53enne ha mostrato miglioramenti. In difesa di Gega è intervenuta la moglie, che ha riferito di episodi in cui il marito “vedeva gli spiriti” in Albania e di aver cercato aiuto da un sacerdote senza risultati. La prossima udienza è prevista per il 24 marzo.