Il centro di Milano è stato nuovamente teatro di una manifestazione intensa e appassionata lo scorso sabato pomeriggio. Questa volta, sono arrivati persino gli anarchici da Torino per sostenere il centro sociale “Cantiere” e il Coordinamento Antirazzista Italiano in un’altra dimostrazione in memoria di Ramy Elgaml, il giovane egiziano di 19 anni deceduto in un incidente con lo scooter un mese fa. Il ragazzo non si era fermato all’alt dei carabinieri che lo stavano inseguendo.

Dopo essersi radunati in piazza San Babila alle 17.30, i manifestanti hanno iniziato a marciare con un notevole ritardo sulla tabella di marcia, tanto che la testa del corteo è arrivata a Palestro solo alle 19. Durante la manifestazione, una ragazza ha preso la parola dal camion che guidava i manifestanti, accusando i carabinieri di aver commesso un “omicidio di Stato” e parlando di “assassinio razziale”. Ha criticato le classi dirigenti per l’uso della retorica della sicurezza per imporre un controllo violento attraverso le Forze dell’ordine. La ragazza ha denunciato uno “Stato di polizia” e ha sottolineato la necessità di combattere contro le “zone rosse” che discriminano e ghettizzano la popolazione.

Durante la manifestazione, sono state sventolate numerose bandiere palestinesi, dimostrando un sostegno comune tra i sostenitori di Ramy e i sostenitori della causa palestinese. Dopo aver attraversato diverse strade, i manifestanti hanno ribadito che “Milano è di tutti”.

Durante la manifestazione, sono stati esposti slogan contro le perquisizioni delle Forze dell’ordine e sono state denunciate le violenze subite dalle donne. Alcuni manifestanti hanno definito le Forze dell’ordine “naziskins” e hanno urlato slogan di vendetta per la morte di Ramy. Al termine della manifestazione, il nome di Ramy è stato tracciato con il fuoco sul pavimento e sono stati esposti cartelli con i nomi di vittime di omicidio razziale nel Paese. Inoltre, è stata contestata l’istituzione delle “zone rosse”.

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